Estetica dentale ed estetica del viso sono in un
rapporto molto stretto. Un bel sorriso gioca da sempre un ruolo decisivo nella valutazione
di bellezza, è il miglior biglietto da visita nelle relazioni interpersonali. L’odontoiatria,
pertanto, è a tutti gli effetti una branca
estetica.
Piccoli scostamenti dall'ideale nella forma e nell'allineamento dei denti possono caratterizzare
il sorriso, dare personalità al volto, riconoscibilità. Ma
devono inserirsi nel contesto dentale in modo misurato, appunto come caratteri distintivi,
non devono in alcun modo essere percepiti come difetti. Ad esempio, una piccola
separazione tra i denti anteriori può essere considerato un vezzo. Un spazio tra gli incisivi centrali può rendere il sorriso
sbarazzino, comunicativo, sicuramente personale, data la frequenza non
particolarmente sostenuta di questa variante. In ultima analisi, per determinare se possa essere
considerato un pregio o
un difetto estetico, chi gioca un ruolo fondamentale è l’autopercezione.
Se viene personalmente colto come un difetto può provocare
disastri. Chi lo ha non sorride, oppure si porta la mano verso
la bocca per nasconderlo, o sorride a labbra serrate, come in una
smorfia. Può insomma compiere azioni che fanno perdere sex appeal, facendo
trasparire poca comunicativa o, addirittura, imbarazzo nella relazione, quando
non alterazione dei caratteri espressivi del viso.
 |
 |
Intervento di estetica dentale: correzione di uno spazio tra i denti
percepito dal paziente come difetto estetico |
L’estetica dentale ha un
valore assoluto, obiettivo, ma ne ha anche uno difficilmente delineabile, soggettivo, che influenza molto
le relazioni, potendo ingigantire o rendere
trascurabile un "difetto estetico" del sorriso nella percezione dei nostri
interlocutori. Conta di più in sostanza come portiamo il difetto che
il difetto estetico in se.
 |
 |
Piccolo diastema interincisivo percepito soggettivamente come un difetto
ed eliminato con coronoplastica |
Queste considerazioni, ovviamente, valgono fino al
punto di rottura: fino a che si presenta una condizione totalmente oggettiva di
disarmonia. Qui anche può giocare un ruolo la spigliatezza personale, ma in
maniera limitata. La condizione oggettiva di disarmonia non può mai essere
totalmente camuffata. Non si può certo fare apparire bello ciò che
oggettivamente non lo è. La disarmonia può essere portata con maggiore o minore
accettazione, ma resta sempre un minus, condizionante la piena capacità di
sviluppo della personalità. E’ in questi casi che gli specialisti del sorriso
devono intervenire con tutta la loro competenza, per riportare alla normalità
estetica ciò che la natura ha condizionato in negativo. La sfida più bella e
appagante della professione odontoiatrica sta proprio in questa capacità.