La
predisposizione genetica a sviluppare questa grave malattia, che nei suoi
stadi avanzati è causa della caduta dei denti per distruzione dell'osso
che li sostiene, sicuramente gioca un ruolo importante, ma da sola non
provoca la malattia senza il ruolo determinante della placca batterica.
Da questa evidenza scientifica deve partire la battaglia per la sua
prevenzione, che va rivolta contro la placca
batterica che naturalmente tende a depositarsi lungo il colletto dei
denti: zona di passaggio tra corona e radice, protetta e "sigillata"
dalla gengiva.
PIORREA da accumulo di placca batterica e tartaro |
 |
Piorrea: le tossine batteriche
attaccano l'epitelio giunzionale
I batteri della
placca producono tossine che vengono ad intaccare il sigillo (in termini
scientifici si chiama epitelio giunzionale), e una volta
penetrati in profondità, adagiati sul fondo di tasche gengivali e
al sicuro dall'azione dello spazzolino e del filo interdentale, esercitano
tutto il loro potenziale dannoso sui tessuti circostanti.
Piorrea: le gengive si distaccano e si formano
le tasche
Quando
le gengive si distaccano dalla radice del dente e la placca batterica
si annida in
profondità, non è più eliminabile neppure con diligenti manovre quotidiane
di spazzolamento. A questo punto il danno è conclamato e spesso evidente anche al paziente
e non più reversibile senza l'intervento del dentista. Oramai
c''è un'impossibilità tecnica a detergere il fondo delle
tasche dove la placca si trasforma in tartaro, irruvidendo le
superfici radicolari, e dove germi particolarmenti aggressivi nei confronti dei tessuti
circostanti, gli anaerobi, cosiddetti
perché sopravvivono in un ambiente in cui manca l'ossigeno, vivono e si
riproducono in grande quantità.
Piorrea: cure
Il paziente entrato in questo stadio non deve
comunque perdere le speranze di vincere la sua battaglia contro la
progressione verso l'esito fatale della malattia: la caduta dei denti.
I progressi fatti nel campo della diagnosi e della cura della piorrea,
il cui nome scientifico è porodontite cronica, permettono il successo anche nei casi
più compromessi. Ci si deve solo rivolgere al parodontologo, un dentista il
cui ambito d'esperienza è proprio la cura della piorrea o meglio di tutte le
malattie del parodonto: termine che indica i tessuti che circondano
i denti e che gli danno sostegno. Può
darsi che egli in via preliminare reputi necessario eseguire specifici test
su un campione di placca batterica prelevato dal fondo delle tasche parodontali, per rilevare il tipo di batteri in causa, e poi di sottoporre il paziente a diverse sedute di
terapia causale e, se il caso, a qualche piccolo intervento chirurgico sulle gengive
associato a terapia antibiotica mirata, per eliminare le tasche parodontali
residue.
Ma alla
fine, con l'aiuto determinante del paziente stesso, reso istruito sulle
corrette manovre d'igiene orale domiciliare, riuscirà a ridurre la
profondità delle tasche parodontali, fino a ricostituire un normale solco
gengivale
e ad arrestare così la progressione della malattia.
La piorrea insomma è
curabile, anche nelle forme più avanzate, quasi nel 100% dei casi, purché s'intervenga prima che
diventi "espulsiva" e che si porti via per sempre il nostro sorriso.