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PER MEDICI E ODONTOIATRI |
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UNA PAROLA DI ODONTOIATRIA |
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Un dente
sottoposto ad un trauma cambia di colore virando verso una tonalità più scura,
talora con curiose variazioni cromatiche sul rosso e sul viola. Il fenomeno è
principalmente legato all'infarcimento emorragico dei tubuli della dentina
coronale che ne consegue.
Il dente assume una colorazione grigiastra per via dell'ossidazione del ferro
emoglobinico. Le variazioni di
colore conseguenti attengono generalmente alla scala cromatica dei grigi e la
loro intensità può aumentare nel tempo.
La diagnosi di certezza dell'avvenuta morte
pulpare si pone attraverso test clinici di vitalità del dente.
Dopo la necessaria terapia endodontica per la pulizia dei residui
necrotici della polpa, indispensabile comunque per prevenire
gli effetti a distanza provocati da un dente a
polpa necrotica non trattato come granulomi apicali e ascessi acuti,
il dente può
essere riportato al suo naturale colore. Occorre quindi accertarsi della
bontà della terapia endodontica ovvero che l'accesso al canale
radicolare
sia
chiuso ermeticamente per evitare che i perossidi espansivi si
spingano a danneggiare i tessuti biologici del periapice. A tal punto si può
procedere con la tecnica adatta a questi casi, utilizzando prodotti sbiancanti a
base di perossidi posizionati all'interno della corona del dente, in grado di
ossidare le molecole di pigmenti discromici. Il risultato estetico si
ottiene con più sedute di sbiancamento, generalmente da 3 a 5.
Talora si riscontrano dei casi di denti ben
trattati endodonticamente all'apice che non daranno quindi ascessi o granulomi,
ma comunque alterati nel colore. Ciò é dovuto al persistere nell'interno del
dente, in recessi della camera pulpare non trattati dall'operatore, di
residui putrefatti di materiale organico pulpare od emorragico. Anche in questi
casi una toeletta della camera pulpare dovrà precedere un intervento
sbiancante analogo a quanto suddescritto con garanzia di successo.

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